giovedì 8 luglio 2021

VIAGGIO NELL'ESTATE con una locandiera: NARRATIVA

Edison e Michele fecero tappa a Rubiera, sulla via Emilia. Erano stremati. L'editore aveva visto l'antica insegna di un'osteria, il Leon d'oro, dove quando era bambino qualche volta aveva sostato in compagnia del padre mediatore di bestiame, gran mangiatore, gran bevitore e giocatore d'azzardo, che batteva tutti i mercati alla ricerca di affari interessanti, donne facili, di compagni di forsennate baldorie. Qualche volta si portava appresso Edison, cui aveva imposto il nome dell'inventore della lampadina in omaggio al grande Thomas.

L'editore s'era trovato improvvisamente di fronte a quella insegna corrosa dal tempo che gli aveva riportato alla memoria un luogo ricco di voci, di fumo e, sopratutto, di profumi prelibati: il rosso e frizzante lambrusco, gli intingoli della cucina, il pane fresco e croccante, i salumi stagionati. Ricordava le braccia tornite e brune di una donna dalle labbra sensuali e con gli occhi languidi che passava sui tavoli una spazzola intrisa d'acqua e lisciva rivelando un solco profondo e candido tra i seni opulenti.

Aveva un nome indimenticabile. Si chiamava Miles, un nome di cui ignorava il significato, e gli sembrava dolce come il suo sguardo ammaliatore. Quando un avventore istruito fece notare alla donna che Miles significava soldato, lei pensò a uno scherzo e continuò ad ostentarlo come un indicatore di dolcezza e femminilità. Miles era solida, aveva la struttura di una locandiera di altri tempi, le attribuivano molte avventure ma nessun compagno, non aveva figli, ma li avrebbe desiderati e si inteneriva fino alle lacrime alla vista di un bambino.

Edison, negli anni della fanciullezza, aveva conosciuto il calore delle sue braccia e il suo profumo di donna che gli dava le vertigini, molto diverso da quello della madre perduta in tenera età.

Da "IL cigno nero" di Sveva Casati Modignani    

(foto BC)


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