Abbiamo scritto di infanzia e di libri ed ecco che vi proponiamo un classico per
bambini a nostro parere adatto alla lettura "ad alta voce".
Vi trascriviamo solo le parti degli incontri della protagonista Doroty con quelli che saranno i suoi amici d'avventura per sottolineare come questa lettura sia adatta anche a parlare d'AMICIZIA; infatti i tre coprotagonisti, a nostro parere, rappresentano (in caricatura) un gruppo di amici "ideale" per ogni bambino-a.Provate a leggerlo o rileggerlo e fateci sapere!!!
Fissando il buffo viso dello Spaventapasseri, Doroty rimase sorpresa vedendo uno degli occhi che lentamente ammiccava. Sulle prime pensò di essersi sbagliata, perché gli spaventapasseri del Kansas l'occhietto non lo facevano mai; ma ecco che quella sagoma le rivolse un cenno amichevole, chinando il capo. Allora la bambina scese dallo steccato e gli andò incontro, mentre Toto correva intorno al palo e abbaiava.
- Buongiorno- disse lo Spaventapasseri, con voce alquanto roca.
- Hai detto qualcosa? - chiese stupefatta la bambina.
- Certo - rispose lo Spaventapasseri - come stai?
- Bene, grazie- rispose educatamente Doroty - e tu?
- Non mi sento troppo bene - disse lo spaventapasseri, con un sorriso - perché è noiosissimo stare notte e giorno infilzato quassù a spaventare i corvi.
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Doroty scoprì qualcosa che luccicava sotto un raggio di sole penetrato tra gli alberi. Corse verso quel punto e si fermo di colpo, con un grido di sorpresa.
Uno dei grossi alberi era stato intaccato, e vicino a quello, in piedi e con una scure levata nelle mani c'era un uomo fatto interamente di latta. Aveva la testa, le braccia e le gambe giuntate al corpo, ma stava perfettamente immobile, come incapace del minimo gesto.
Doroty lo guardò sbalordita e così fece anche lo Spaventapasseri; dal canto suo, Toto si avventò abbaiando ad addentare una gamba di latta, facendosi male ai denti.
- Era tuo quel gemito?- chiese Doroty.
- Si - rispose l'uomo di latta - proprio mio. E' più di un anno che lancio gemiti, e fino a questo momento nessuno mi ha sentito né mi è venuto in soccorso.
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Dalla foresta giunse un tremendo ruggito, e un attimo dopo un grande Leone piombò in mezzo alla strada. Con una zampata mandò lo Spaventapasseri a rotolare sul ciglio, quindi colpì il Boscaiolo di Latta con gli artigli aguzzi. Ma con sua gran sorpresa, il non riuscì a scalfire minimamente la latta, anche se il Boscaiolo cadde anche lui sulla strada, e rimase immobile.
Ora che aveva un nemico da affrontare, il piccolo Toto corse abbaiando contro il Leone, e la grande fiera aveva appena spalancato le fauci per azzannarlo quando Doroty, per paura che Toto restasse ucciso, e senza badare al pericolo, si precipitò sul Leone e lo colpì sul naso con uno schiaffo più forte che poté, gridando:
- Non azzardarti a mordere Toto! Vergogna, un bestione grande e grosso come te, mordere un cagnolino!
- Non l'ho morso - disse il Leone strofinandosi con la zampa il naso colpito da Doroty.
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