mercoledì 27 luglio 2016

Parliamo ancora dei "BENEFICI DELLA LETTURA"

Da un articolo dell'Aprile scorso letto su Famiglia Cristiana.


Una storia letta ai bambini, magari prima di andare a dormire, è un'esperienza che unisce genitori e figli.
E aiuta i piccoli a crescere: "Così imparano a guardare il mondo ad occhi aperti".

Un gesto d'amore semplice, ma sostanziale, che ogni genitore può compiere.
Leggere al proprio figlio sin dalla tenera età un libro, leggerglielo con un tono di voce alto quanto basta affinché senta, ritagliandosi un tempo e uno spazio dedicati al di la del lavoro e degli impegni quotidiani.
E' questa convinzione che anima Nati per leggere, il progetto di promozione della lettura "ad alta voce" ai bambini creato dall'alleanza tra pediatri e bibliotecari.
Con l'obbiettivo di ricuperare una relazione di qualità tra genitori e bambini, che la diffusione invasiva delle nuove tecnologie sta depauperando in modo drammatico.
La lettura precoce fatta da genitori, nonni e zii modifica le strutture del cervello che sovraintendono, poi, le funzioni di lettura e scrittura per la sinergia tra componente cognitiva e quella affettiva.
E' questo connubio, che crea il miracolo di Nati per leggere.
Il piccolo amerà i libri come ama le persone che hanno diviso con lui l'esperienza.
Dove la voce del genitore ha una magia in più.
Che risiede nell'essere una voce conosciuta.
Dalla venticinquesima settimana il feto ascolta la voce della madre e del padre e le riconosce.
Ecco dove risiede la prima magia.
Ricordare la voce suscita nel bambino la riattivazione di parti del cervello grazie a un elemento conosciuto e rassicurante.


La seconda magia risiede nel fatto che parlare al bambino significa testimoniargli che lo vedi, lo ascolti e sei lì con lui.
Sia che tu lo faccia raccontando storie, cantando o solo parlando.
La voce diventa testimonianza di vicinanza e affetto.
Lui che ha una mente giovanissima ed elastica che si arricchisce raccontando e ascoltando storie.
"Lettura ad alta voce" è una traduzione impropria di un'espressione inglese e si intende come leggere in modo che si senta.
Un adulto che legge una storia compie un gesto d'amore.
E lo fa a bassa voce.
Papa e mamma devono leggere in modo naturale sapendo che impareranno a farlo, si appassioneranno, diventeranno sempre più protagonisti del testo.
Dopo l'anno e mezzo di vita del bambino subentrerà l'interazione con lui.
E la lettura condivisa e dialogica sarà ancora più costruttiva di quella piana perché il bimbo sarà stimolato a partecipare.
Man mano che crescerà, poi, aumenterà il momento in cui sarà chiamato a esprimersi; lì il piccolo introdurrà vocaboli nuovi che l'adulto preciserà.
Per questo gli studi confermano che i bimbi a cui si è letto sin da piccoli arriveranno più pronti alla scuola e alle relazioni e con un vocabolario più ricco.
Una lettura che vale la pena di iniziare a praticare sin dai sei mesi di vita e anche prima.
Certo quello è il modo migliore per far nascere un lettore.
Inizialmente il bambino avrà un'attenzione di pochi secondi che andrà via via crescendo.
Facilmente manipolerà il libro, di certo non lo leggerà.
Poi la crescita andrà accompagnata con libri gradualmente di maggior complessità: prima quelli con le facce, poi quelli che si rifanno a oggetti della vita quotidiana; crescendo compariranno le sequenze, con l'uccellino che fa così e colà, fino ad arrivare a vere e proprie storie con una narrazione.




Accanto al pediatra, fondamentale per la promozione del progetto, Nati per leggere, perché entra in contatto con tutte le famiglie, ci sono i bibliotecari esperti di letteratura per l'infanzia.
A loro spetta fornire indicazioni sui libri di qualità e favorire il contatto precoce in nome del diritto dei bambini a essere protetti anche da scarsi stimoli culturali.
Le evidenze scientifiche dicono che il cervello fino ai due anni, se stimolato, forma connessioni naturali che si mantengono nel corso della vita.
Tali strutture si possono formare solo in quell'età.
Ecco perché è così importante intervenire in modo precoce e sulla totalità della popolazione.
Con l'aiuto anche di operatori sanitari, educatori di nido e insegnanti di scuola dell'infanzia.
Leggere apre gli orizzonti, permette sguardi nuovi sul mondo; più leggiamo più possiamo operare confronti e costruire un personale senso critico.
Aiutare a pensare con la propria testa.










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