...forse nel giardino segreto è la chiave del mistero!
Leggiamo le iscrizioni sotto le statue.
Ecco Venere che emerge dalle onde del greco mar: Io sono figlia del mar, madre del fuoco - ma ad estinguer amor l'ocean è poco.
Qui c'è Diana cacciatrice: Fuggo Cupido e a seguir belve attendo - che non si vince amor se non fuggendo.
Ancora, Nettuno: Do legge ai flutti e m'obbedisce il mare - ma lontano dal ciel pena è regnare.
Oh, fresca delizia di questo verseggiare, tra l'umanistico e il popolaresco, che è uno dei succhi della rinascenza veneta!...
Nel mezzo del Cinquecento, tutta la collina asolana era un bosco, fitto di pini e di querce a perdita d'occhio, come un oceano d'alberi alti ed antichi.
Il Palladio sapeva che esso era ancora abitato da tarde divinità dell'Olimpo, da ninfe e da fauni silvestri, che vivevano una loro vita, non di pura contemplazione, in comune.
Palladio sapeva, e creò per loro, ai due lati della stupenda facciata, quei due ingressi fastosi, dalle ampie volute, che sono come i propilei del bosco, il loro mitico mondo...
Un giorno la selva e il sottobosco si vestirono dei colori caldi dell'autunno.
Poi sul folto dei sempreverdi, sul rosso e sull'oro delle radure, cadde la prima neve, lieve come pioggia di gelsomini.
Tremanti di freddo le ultime divinità dell'Olimpo si ritrassero sulle "colombare" e nel giardino segreto; e qui rimasero, letteralmente impietrite, a semicerchio, specchiandosi nel lago di giada.
...così il mito poté sopravvivere...il mito che è storia sempre viva, per chi sa leggerla nel proprio cuore e svolgerla sulle spirali della fantasia; ...la vera istoria della fabbrica ch'è a Masera, villa vicina ad Asolo, Castello del Trevigiano.
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