mercoledì 16 gennaio 2013

Cosi comincia la storia di FABIOLA

Ed eccovi la descrizione accurata di un casa d'epoca romana:



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La casa alla quale invitiamo il lettore è precisamente di fronte al suddetto edificio dal lato di levante; essa chiude nella sua area la chiesa di S. Marcello e si estende fin verso le falde del Quirinale; ricca ed estesa abitazione qual si addice a un patrizio romano.
Al di fuori essa appare disadorna e quasi tetra, con i muri lisci, senza ornati architettonici, poco alti ed appena forati qua e la da qualche finestra.
In mezzo ad uno dei lati di questo quadrangolo si scorge una porta in antis, cioè semplicemente rilevata da un timpano o cornice triangolare, sostenuta da due mezze colonne.
Come scrittori possiamo valerci del privilegio di ubiquità, ed entrare in questa casa in compagnia dell'amico lettore, od ombra, come gli antichi lo avrebbero chiamato.
Traversato il portico, sul cui pavimento leggiamo il mosaico di cortese "Salve", ci troviamo nell'atrio o primo cortile della casa, circondato da un portico a colonne.
Al centro del pavimento marmoreo, un getto soave di acqua pura, portata dai colli Tuscolani dall'acquedotto di Claudio, si spinge nell'aria or più or meno alto e cade in un bacino di marmo rosso, dalle cui labbra si riversa in vivida tela argentina nel sottoposto recipiente; ma prima che vi giunga innaffia una gentile ghirlanda di rari e splendidi fiori, disposti a cerchio in vasi eleganti.
Sotto il portico scorgiamo collocati parecchi mobili di aspetto ricco e talora peregrino, letti a intarsi d'avorio e d'argento, tavole di legno orientale, cariche di candelabri, di lampade e simili utensili domestici in bronzo od in argento, busti cesellati con maestria, vasi, tripodi ed altri oggetti d'arte.
Per le mura si vedono dipinti di età più remota, ma che pure conservano tutto lo splendore del colorito e la freschezza dell'esecuzione; vi sono pure nicchie con statue e pitture, rappresentanti soggetti mitologici e storici. Ma qui l'occhio non si scontra in nulla che possa offendere l'onestà più delicata.
Qualche nicchia vuota qua e là, e qualche dipinto velato indicano che il riserbo non è casuale.
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FABIOLA di Wiseman    Edizioni Paoline  1964 



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