Parlavamo di Antologie (e della loro rinnovata"utilità") e, prima ancora, dell'Unità d'Italia ed eccoci con uno scritto, tratto da una vecchia antologia, inerente all'argomento e, come avrete modo di leggere, molto attuale.
Dal libro "DA QUARTO AL VOLTURNO; NOTERELLE DI UNO DEI MILLE" scritto da GIUSEPPE CESARE ABBA
Mi son fatto un amico.
Ha ventisette anni, ne mostra quaranta; è monaco e si chiama padre Carmelo.
-Venite con noi, vi vorremmo bene.- Dissi io.
-Non posso.-
-Forse perché siete frate?-
-Verrei se sapessi che farete qualcosa di grande davvero: ma ho parlato con molti dei vostri, e non hanno saputo dir altro che volete unire l'Italia.-
-Certo; per farne un grande e solo popolo.-
-Un solo territorio...! In quanto al popolo, solo o diviso, se soffre, soffre; ed io non so che vogliate farlo felice.-
-Felice! Il popolo avrà libertà e scuole.-
-E nient'altro!- interruppe il frate - Perché la libertà non è pane, e la scuola nemmeno. Queste cose basteranno forse per voi piemontesi: per noi qui no.-
-Dunque che ci vorrebbe per voi?-
-Una guerra non contro i Borboni, ma degli oppressi contro gli oppressori grandi e piccoli, che non sono soltanto a Corte, ma in ogni città, in ogni villa.-
-Allora anche contro di voi frati, che avete conventi e terre dovunque sono case e campagne!-
-Anche contro di noi; anzi prima che contro d'ogni altro! Ma col vangelo in mano e colla croce. Allora verrei.-...
Speriamo lo abbiate trovato interessante e di avervi fatto conoscere un autore poco noto ma che forse, in questo anno dedicato al Risorgimento val la pena riscoprire.
Un cordiale saluto. A presto!!!
Giuseppe Cesare Abba Cairo Montenotte 06-05-1838 Brescia 06-11-1910 |